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LE CAVE PUGLIESI COME RISORSA EDILIZIA: IL CASO DELLE VOLTE

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Cave e volte. Il territorio salentino, costellato da numerose cave, chiamate in gergo “tajate”, rappresenta una fonte di ricchezza ed è un esempio di trasformazione produttiva di risorse ambientali. Risorse che, derivano dallo sfruttamento delle cave e risultano meno inquinanti e più ecocompatibili di altre. Senz’altro la coltivazione delle cave è il prezzo che il territorio ha pagato per l’edificazione della città, degli insediamenti nei borghi e delle case rurali. Questi vuoti, che si presentano come terre desolate, spesso reimpiegate come depositi di scarti d’estrazione, hanno contribuito alla nascita di bellezze architettoniche civili e religiosi che caratterizzano le province di Lecce, Brindisi e Taranto.

Bellezze spesso realizzate, per quanto riguarda le coperture, con le tecniche delle volte a stella e delle volte a botte.
Il sottosuolo della Puglia è costituito per lo più da pietra calcarea con strati superficiali di sedimenti marini, appartenenti ai periodi quaternario e terziario.
I calcari formati da sedimenti, precipitati grazie all’azione dell’acqua, formano rocce arenarie chiamate impropriamente tufi (che generalmente includono tracce di vegetali o di conchiglie fossilizzate), tuttora ampiamente utilizzate nell’edilizia. La forma a grana più fitta e pregiata è denominata “Pietra leccese” e viene usata in sostituzione del marmo in campo artistico.
L’uso del tufo e della pietra leccese (principali materiali nelle volte a stella e nelle volte a botte) può farsi risalire a tempi molto lontani, come testimoniano dolmen, menhir, trulli, forme di architettura spontanea e castelli, chiese, torri, cinta muraria dei primi centri urbani, mirabili rappresentazioni architettoniche del barocco leccese.


Ad un periodo (1850-1900) connotato dalla massiccia commercializzazione di questi prodotti verso diversi paesi del Mediterraneo, è seguita una fase, dal 1960 ad oggi, in cui l’industria estrattiva, relativamente alla produzione di questi due soli prodotti, ha vissuto, ed ancora oggi vive, una lunga crisi.
Si possono individuare ragioni interne ed esterne allo stesso comparto industriale. Le prime vanno ricercate in una tardiva pianificazione dell’attività estrattiva regionale, e in una mancata programmazione della ricerca, sia in cava che in laboratorio, sulle reali rispondenze fisico-chimiche e meccaniche dei materiali estratti e del loro impiego.
Le seconde sono invece da relazionare allo sviluppo di un’edilizia sempre più indirizzata verso l’uso di materiali artificiali (laterizi, mattoni, pannelli prefabbricati, ecc.).
Non esistono infatti norme e requisiti di accettazione per questi prodotti e spesso è consuetudine scegliere ad occhio i materiali, ad esempio per la costruzione di volte a stella e volte a botte. Ciò legittima quindi le perplessità di progettisti, direttori di cantieri, costruttori o più in generale dell’utenza, circa l’affidabilità e la durabilità del prodotto che si va a realizzare.

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Tags: carparopietra leccesevolte a bottevolte a crocieravolte a stella

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3 risposte to “LE CAVE PUGLIESI COME RISORSA EDILIZIA: IL CASO DELLE VOLTE”

  1. 19 Maggio 2012

    Consolidamento volte con frenelli, muretti a sostegno della volta Rispondi

    […] di calce idraulica naturale al fine di saturare gli eventuali giunti sconnessi tra gli elementi in pietra. A presa avvenuta si getta la massa di calcestruzzo alleggerito che andrà a costituire il nuovo […]

  2. 21 Giugno 2012

    Picciotti Costruzioni: maestro voltarolo. Volte leccesi, a stella, a squadro, a botte, a spigolo Rispondi

    […] tutti sapranno, il Salento è ricco di cave di tufo, pietra leccese e carparo. Sono questi i materiali che danno forma alle volte. Su per giù, i […]

  3. 19 Agosto 2012

    Giovani maestri delle volte « Picciotti Costruzioni Rispondi

    […] tutti sapranno, il Salento è ricco di cave di tufo, pietra leccese e carparo. Sono questi i materiali che danno forma alle volte. Su per giù, […]

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