La storia dell’arte dà magnifici esempi di coperture voltate che spesso rappresentano il cuore e il simbolo di grandi monumenti. E’ questo il caso dello Studiolo di Francesco I de’ Medici (con volta a botte), a Firenze, realizzato sotto la direzione di Giorgio Vasari. La fama universale di Vasari (Arezzo, 1511- Firenze, 1574) è dovuta alla sua attività di biografo dei grandi artisti italiani dell’epoca. Pittore e architetto, Vasari si formò alla scuola di Andrea del Sarto per poi diventare il più appassionato ammiratore di Michelangelo.
Lavorò per Alessandro de’ Medici, e dopo la dine della repubblica fiorentina tornò a Firenze dove collaborò al programma di Cosimo I di celebrazione delle glorie dell’epoca precedente. Per il granduca costruì gli Uffizi, dipinse gli affreschi di Palazzo Vecchio, organizzò la vita culturale della città.
Tra il 1570 e il 1572, si occupò della realizzazione, nel Palazzo Vecchio, dello Studiolo di Francesco I, documento significativo del culmine del gusto manierista. Lo Studiolo è concepito come una “camera delle meraviglie” (un genere artistico che si sviluppa nel XVI secolo), dove il collezionista raccoglie oggetti rari e curiosi. L’ambiente progettato dal Vasari doveva contenere le cose “rare e preziose” del duca: gioielli, medaglie, pietre e cristalli lavorati.
E’ il primo nucleo del progetto di Cosimo I, proseguito dal figlio Francesco I, di raccogliere le collezioni d’arte dei Medici nella loggia superiore del palazzo degli Uffizi.
Lo Studiolo è una stanza rettangolare, senza finestre e con una volta a botte. Nella complessa decorazione sono usate tutte le tecniche: l’affresco, lo stucco, la pittura a olio e nelle nicchie sono poste piccole sculture in bronzo. Lo spazio è suddiviso in modo omogeneo e regolare, scandito da riquadri, pannelli, lunette. Le scene, separate e ordinate secondo i principi di ordine e armonia formale del Rinascimento, sono legate tra loro da complessi rimandi allegorici e mitologici, adatti a un ambiente pensato per un erudito collezionista.
Nella volta a botte è dipinta la leggenda di Prometeo, l’eroe che osò sfidare gli dei e si impossessò del fuoco. Il mito allude alla conoscenza umana, che non deve trovare confini nei limiti imposti dalla religione. Sulle pareti sono rappresentate, in trentaquattro dipinti le attività umane, insieme a figure mitologiche e soggetti alchimisti, che confermano la propensione dei Medici per i temi mondani e il disinteresse per gli argomenti religiosi. Lo studiolo di Francesco I resta uno degli esempi d’arte più affascinanti in cui la volta a botte ha una funzione non solo strutturale, ma anche espressiva e comunicativa. Basta sollevare lo sguardo e guardarsi attorno per ammirare e interpretare i messaggi della camera delle meraviglie.
Una risposta to “LA VOLTA A BOTTE NELLA CAMERA DELLE MERAVIGLIE DI VASARI”
15 Maggio 2012
Volte e architettura romanica[…] « LA VOLTA A BOTTE NELLA CAMERA DELLE MERAVIGLIE DI VASARI […]